Queste riflessioni scaturiscono a seguito dell’appuntamento che ha visto protagonista anche la Rete Associativa EPLI del 30 Ottobre 2024 svolto alla Certosa di Padula concentrato sul Modello Culturitalia che ha ispirato l’art. 31 della Legge sul Made in Italy. Per questo intendo ringraziare il Presidente Nazionale FederComTur Dott. Claudio Pisapia che ha voluto includere nel percorso del Sistema Turistico di Destinazione proprio il nostro #nuovomododifareproloco che potrà offrire il proprio contributo perché pronto ad offrire una strategia diversa di intendere la promozione del territorio.
Il sistema pro loco italiano
Le “pro loco” sono associazioni senza scopo di lucro formate da Volontari che si impegnano in attività volte alla promozione dei luoghi, alla scoperta e alla tutela delle tradizioni locali, al miglioramento della qualità della vita di chi vi abita, alla valorizzazione dei prodotti e delle bellezze del territorio. Tali associazioni organizzano manifestazioni in ambito turistico-culturale, storico-ambientale, folcloristico, gastronomico e sportivo e costituiscono un punto di riferimento sia per gli abitanti sia per i visitatori di una località.
In Italia negli ultimi vent’anni il numero delle pro loco esistenti è più che raddoppiato, mostrando come le stesse rappresentino un modello vincente e convincente, per nulla obsoleto, anzi di piena attualità, in grado di soddisfare la crescente volontà mostrata da gran parte dei cittadini di agire direttamente a livello locale a favore della società e a difesa dei suoi valori più genuini. Secondo gli ultimi rilevamenti dell’Associazione artigiani e piccole imprese (CGIA) di Mestre-Centro Studi Sintesi, il “sistema delle pro loco” rappresenta un vero e proprio fenomeno tipicamente italiano caratterizzato da circa 6.300 associazioni di categoria, in media 0,79 per ogni comune, e da oltre 300.000 volontari. Tra queste associazioni, circa 4.700 sono impegnate nella valorizzazione e nella gestione del patrimonio locale materiale, 5.500 svolgono attività di comunicazione e di promozione delle attività locali e il 57 per cento cura la gestione dell’ufficio informazioni turistiche del comune in cui sono costituite. Inoltre, il 57 per cento delle associazioni pro loco realizza interventi di sostegno o di solidarietà sociale, l’81 per cento collabora con le amministrazioni pubbliche, il 36 per cento organizza rievocazioni storiche, il 53 per cento realizza mostre d’arte e il 20 per cento gestisce o partecipa alla gestione di musei, siti archeologici e biblioteche. Secondo quest’approfondita ricerca la spesa complessiva sostenuta dalle Pro Loco per sagre e fiere (organizzate da quasi 8 Pro Loco su 10) è stata di 700 milioni di euro ed ha prodotto, fra effetto diretto, indiretto e indotto, un valore economico e sociale di 2,1 miliardi di euro, dal quale, tra l’altro, sono scaturiti anche 10.500 occupati. È evidente, dunque, che il sistema italiano delle pro loco ha un forte impatto socio-economico, che genera ricchezza e stimola anche le economie locali.
Legge Quadro del Made in Italy e “sistema pro loco”
La Legge 206 del 27 dicembre 2023 Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy risulta essere uno strumento fondamentale teso a valorizzare e promuovere le produzioni di eccellenza, il patrimonio culturale e le radici culturali nazionali, quali fattori da preservare e tramandare non solo a fini identitari, ma anche per la crescita dell’economia nazionale. La Legge Quadro richiama molte delle finalità intrinseche del “sistema pro loco italiano” che promuove e valorizza da sempre i beni materiali ed immateriali dei territori. Ciò è evidente in particolare nell’art. 21 comma 1 che promuove la valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, quale insieme di beni intangibili espressione dell’identità culturale collettiva del Paese; nell’art. 25 che istituisce le “imprese culturali e creative” dove, come disposto dal comma 4, per “imprese culturali e creative”, includendo anche gli Enti del Terzo Settore e anche nell’art. 31 che definisce gli obiettivi per potenziare la “ Promozione dell’Italia o di parti del suo territorio nazionale come destinazione turistica”.
I piccoli territori: identità e competitività
Dai dati ufficiali, i Comuni considerati “piccoli” in Italia sono 5.500 e cioè il 69% con il 17% della popolazione nazionale. Le regioni con il più alto numero di piccoli Comuni sono Piemonte (1.046) e Lombardia (1.043). La maggior parte dei piccoli Comuni ha una popolazione compresa 1.001 e 3.000 abitanti (il 45,8%), mentre i Comuni con popolazione sotto i 1.000 abitanti sono il 33,6% del totale. In molte regioni, oltre il 70% della superficie territoriale ricade sotto il controllo dei Piccoli Comuni.
In ognuno di Essi, nel 90% dei casi, esiste un “presidio pro loco” che anima il territorio sia culturalmente che socialmente.
La competitività turistica italiana nel mercato internazionale, passa obbligatoriamente nello sviluppo di strategie che tengano conto della promozione e valorizzazione dei piccoli centri, scrigno di arte, cultura, beni materiali ed immateriali che possano generare più “forme di turismo” quindi maggiore identità e competitività. Le Pro Loco, da sempre, operano con l’obiettivo di favorire, con le proprie attività i piccoli Centri soprattutto dei territori interni.
Sulla base di queste riflessioni la Rete Associativa Ente Pro Loco Italiane ha elevato il grado del “sistema pro loco” incitandolo verso il processo di #prolocosostenbile2030 sposando a pieno l’Obiettivo 11 dell’Agenda ONU 2030 per contribuire a Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili. Ciò è stato reso possibile grazie all’entrata in vigore del Terzo Settore (D.Lgs 117/20217) che ha di fatto spinto le Associazioni a standardizzare le proprie finalità statutarie e renderle più professionali nel proprio approccio operativo, di gestione e di trasparenza amministrativa.
Il “sistema di destinazione” nel rapporto con il “sistema pro loco” e la figura di un “manager di destinazione”
Sistema di destinazione
Ogni territorio diventa una “destinazione” quando la cultura identitaria di Comunità diventa una proposta di qualità e quando le infrastrutture turistiche territoriali compongono un’offerta integrata capace di emergere nei mercati e di proporsi alla piena accessibilità e fruizione.
Le pro loco italiane hanno di fatto creato un proprio “sistema di destinazione” attraverso la gestione di info-pointcomunali, musei, zone archeologiche, biblioteche, aree sportive, centri visita di Parchi regionali e nazionali, ecc. .Nonostante i pochissimi contributi pubblici, la loro attività è stata resa possibile dalla conoscenza dei luoghi che ha permesso di offrire un prodotto turistico e culturale in base alle peculiarità dei territori. Diventa fondamentale, dunque,avviare un “sistema di destinazione” integrato in cui ogni attore possa offrire la propria esperienza per aumentare il livello di professionalità dell’accoglienza e dell’offerta turistica in un’ottica di scambio sociale e attuata da un partenariato pubblico/privato. Le pro loco, in questo quadro, quali soggetti di Terzo Settore, potranno essere riconosciuti parte fondamentale di un “sistema di destinazione” in virtù dell’art. 55 del D.Lgs. 117/2017 dove viene espresso: “gli enti pubblici assicurano il coinvolgimento attivo degli enti del terzo settore, attraverso forme di coprogrammazione, coprogettazione e accreditamento”.
Il “sistema pro loco italiano”, tra l’altro, favorisce da sempre la connessione tra territori limitrofi e, in molti casi, è già esistente anche una forma di cooperazione tra pro loco spinta dalla promozione di determinati valori identitari comuni, prodotti agroalimentari, artigianali e per il semplice ma importante scambio di conoscenze.
Manager di destinazione
L’opera del Volontario delle Pro Loco, a sua volta, ha da sempre sopperito alla figura di un “Manager di destinazione”ma senza alcuna formazione nel merito e, nella maggior parte dei casi, senza essere soggetto titolato. E’ fondamentale dunque, che per ogni “sistema di destinazione” vi sia un “manager” che dovrà essere inteso quale “operatore professionale del territorio” con un’ottima conoscenza del territorio di riferimento ed adeguato Curriculum professionale in cui si evidenzino Lauree specialistiche in Economia e Commercio, Giurisprudenza, Scienze Turistiche, e titoli equipollenti. Ente Pro Loco Italiane potrà supportare i futuri “manager di destinazione” offrendo loro un percorso diretto di stage sul territorio all’interno della propria pro loco di riferimento.